L'Ordine dei giornalisti ha chiesto che la categoria sia considerata tra le professioni da vaccinare prioritariamente. E ha pienamente ragione. Trentuno giornalisti e fotografi morti di covid in Italia nel 2020 ne sono la prova. Liberi (relativamente) di girare, molti giornalisti fanno il loro lavoro scendendo nelle trincee del virus e meritano almeno questa tutela.
Vaccino ai giornalisti. Gli autorevolissimi Corrado Formigli ed Enrico Mentana dicono: «No, non siamo salta-fila, prima gli anziani, prima le cassiere». Una risposta dal sentore leggermente populista, indirizzata al presidente dell'Ordine Carlo Verna che aveva chiesto di «valutare la priorità vaccinale a chi garantisce l'informazione in situazioni a rischio». "Belenzani", dall'alto dei suoi cento lettori, si permette di dire la sua e dice sì al vaccino ai giornalisti, e anche molto in fretta, per favore.
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Giornalisti e fotografi attorno a Giuseppe Conte |
Perché giornalisti e fotografi lavorano, spesso per pochi euro, a stretto contatto con le persone, in ambienti critici. Guardate la foto qui sopra, pensate che i giornalisti in quelle condizioni, nel mezzo di quella torma, ci stessero per scelta? Felici di sgomitare ed alitarsi l'uno sull'altro? È lavoro, è necessità, si fa perché si deve fare. Lo si fa, nonostante si sia consapevoli delle possibili conseguenze sulla propria salute e su quella dei propri cari. Lo si fa per la «passionaccia» (cit. Enrico Mentana), per la dedizione, ma anche per portare a casa uno stipendio, in maniera non differente da una cassiera, da un operaio, da un cameriere.
Non tutto il giornalismo è
rappresentato dagli studi delle televisioni o dagli ambienti sterili
delle grandi redazioni, dove non c'è problema a fare "smart working". Secondo Adnkronos, fino all'11 dicembre 2020 erano morti di covid trentuno giornalisti, spesso contagiati per aver esercitato il proprio dovere/diritto di cronaca in quelle trincee del virus che, senza giornalisti, non verrebbero raccontate.
Teniamone conto. E chiediamo di essere vaccinati, prima possibile, perché questo conto di vittime non salga ancora.
Fabio Peterlongo
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