Come il "Dream Team" ha rovinato il basket americano

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Foto Fox News Piccola riflessione sull'eliminazione degli Stati Uniti dai Mondiali di pallacanestro, ad opera della Germania e pochi giorni dopo la sconfitta con la Lituania. Molti dicono che se gli Stati Uniti avessero schierato Lebron James, Kevin Durant e gli altri «pezzi da novanta», avrebbero vinto e stravinto. Il che è probabile. Ma sfugge il punto. Questo approccio è fallace: presume che contino solo le attuali dinamiche NBA. È una specie di mentalità da «ragazzino fanatico», questi pensano che solo i loro «giocatori celebrità» sappiano giocare a pallacanestro e che siano quasi dei semidei. Non esiste alcuna cultura del gioco, ma solo figurine da mettere su un album. Poteva funzionare nel 1992, quando i giocatori NBA americani erano così al di sopra del resto del mondo da non avere un briciolo di competizione. Ma quella mentalità da «Dream Team» ha rovinato l’approccio allo sport, soprattutto ora che il basket non americano (in particolare, europeo) è cresciuto. Ora l'Am

"BELENZANI": UNO SPAZIO PER FARE DOMANDE

 «Ah, la libertà della stampa! che tossico!», scriveva il patriota risorgimentale Ferdinando Petruccelli della Gattina, giornalista prolifico e protagonista dei moti liberali di metà Ottocento. Per un giornalista, la necessità di scrivere è in effetti qualcosa di assimilabile ad un veleno di cui non si può fare a meno.

Per questo nasce "Belenzani": vuole essere uno spazio laico dove raccontare i fatti della città di Trento. Pungolati dai fatti di cronaca, non rinunceremo al gusto di approfondire e di fare domande.

La fontana del Bacco in piazza Pasi, realizzata nel 1864 dallo scultore Andrea Malfatti

 

Ridotti per ora a zero gli sforzi di grafica, su "Belenzani" si bada alla sostanza. Vi troveranno spazio le piccole grandi storie da Trento e dintorni, spaziando dalla cronaca, alla politica, allo sport, allo spettacolo, all'ambiente e alla cultura. Tutto ciò che solletica l'istinto di chi scrive e l'interesse di chi legge. 

Non garantisco la continuità (quotidiana, settimanale, mensile) delle pubblicazioni. D'altronde il giornalismo, disciplina impervia che mescola tanta fantasia quanto rigore, pretende che si investano tempo e cura per comporre al meglio le proprie storie. Ed essendo qualcosa di estremamente serio, scriverò ogni qual volta avrò qualcosa di significativo da raccontare.

A presto, nei prossimi giorni, con le prime storie di "Belenzani".

Fabio Peterlongo
Trento

Ps.: Il lettore può segnalare a belenzanitrento@gmail.com proposte d'articolo e suggerimenti per migliorare le funzionalità del sito.



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