Come il "Dream Team" ha rovinato il basket americano

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Foto Fox News Piccola riflessione sull'eliminazione degli Stati Uniti dai Mondiali di pallacanestro, ad opera della Germania e pochi giorni dopo la sconfitta con la Lituania. Molti dicono che se gli Stati Uniti avessero schierato Lebron James, Kevin Durant e gli altri «pezzi da novanta», avrebbero vinto e stravinto. Il che è probabile. Ma sfugge il punto. Questo approccio è fallace: presume che contino solo le attuali dinamiche NBA. È una specie di mentalità da «ragazzino fanatico», questi pensano che solo i loro «giocatori celebrità» sappiano giocare a pallacanestro e che siano quasi dei semidei. Non esiste alcuna cultura del gioco, ma solo figurine da mettere su un album. Poteva funzionare nel 1992, quando i giocatori NBA americani erano così al di sopra del resto del mondo da non avere un briciolo di competizione. Ma quella mentalità da «Dream Team» ha rovinato l’approccio allo sport, soprattutto ora che il basket non americano (in particolare, europeo) è cresciuto. Ora l'Am

BULLISMO, «DA TROPPE SCUOLE UN MURO DI GOMMA»

Tra "challenge" pericolose, abusi e violenze, il bullismo è presente nelle scuole del Trentino. «Ma troppo spesso i presidi negano il problema». Parola al presidente dell'Associazione Contro il bullismo-Trentino Vivo, Giuseppe Di Lorenzo

«Nei quattro anni di attività della nostra associazione, in Trentino abbiamo ricevuto circa trecento richieste d'aiuto da parte di vittime di bullismo. È un fenomeno che colpisce a ogni età, si va dal furto della merendina, alle percosse fisiche, alle autentiche violenze che richiedono un sostegno psicologico o l'intervento dell'autorità giudiziaria». Il presidente dell'Associazione Contro il bullismo-Trentino Vivo Giuseppe Di Lorenzo svela amaramente come il Trentino non sia affatto un'isola felice dove il bullismo non esiste, tutt'altro. Ed è preoccupante la diffusione di abusi capaci di segnare per anni le vittime: «Abbiamo ricevuto la richiesta d'aiuto anche da parte di un uomo adulto che, vittima di bullismo in ambito scolastico, non era mai riuscito a liberarsi di questa profonda sofferenza - ha raccontato Di Lorenzo - Addirittura, continuava ad essere vittima di mobbing sul posto di lavoro». Insomma, l’ombra della sopraffazione ha continuato ad incombere su questa persona, nelle varie e diverse fasi della vita. 

«In quattro anni, abbiamo ricevuto trecento richieste d'aiuto, da bambini e ragazzi di ogni età».

Giuseppe Di Lorenzo
 L’elemento che maggiormente caratterizza l’attuale generazione di ragazzi è chiaramente l’onnipresenza dei social-network, scaturigine costante di pericoli potenzialmente enormi: «Abbiamo ricevuto la segnalazione di diverse “challenge”, le sfide che i ragazzi si lanciano reciprocamente attraverso i social, e che troppe volte si traducono in grandi rischi per la loro incolumità», ha spiegato Di Lorenzo, che però sottolinea anche come i social possano essere uno strumento utile per i ragazzi vittime di bullismo: «Dal web arrivano pericoli enormi, ma è proprio attraverso il web e i social che i ragazzi spesso ci contattano e riescono a chiederci aiuto. Lo fanno perché magari si vergognano di parlarne con i genitori o con gli insegnanti». Insomma, ancora una volta quello dei social si conferma un ambiente terribilmente ambiguo, su cui non è possibile dare un giudizio netto.

«Il web è fonte di pericoli, ma anche strumento per chiedere aiuto»

Immagine promozionale di Trentino Vivo
Il bullismo ha spesso come drammatico teatro l’interno della scuola, luogo che dovrebbe essere destinato alla socializzazione più benefica ed autentica: «Così non è, anzi l’istituzione scolastica è troppo spesso un muro di gomma nei confronti di chi vuole contrastare il bullismo - ammette Di Lorenzo - Alcune scuole ci chiamano per parlare agli studenti delle nostre esperienze e rendere noti quali sono gli strumenti per chiedere aiuto. Altre volte siamo noi a proporci, ma capita che i dirigenti ci rispondano: “Qui da noi non c’è bullismo, queste cose non succedono, cercate dei fantasmi”, quando magari siamo venuti a conoscenza di episodi che richiederebbero il nostro intervento».

Eppure, intervenendo tempestivamente, si possono evitare strascichi lunghi e dolorosi: «Il più delle volte gli episodi di bullismo sono di piccola entità e riusciamo a sistemare i conflitti - conforta Di Lorenzo - La soddisfazione più grande è quando un genitore ci dice che dopo il nostro intervento suo figlio si è rasserenato e riesce ad andare a scuola felice».

Per ulteriori informazioni, si può visitare il sito https://www.trentinovivo.it/ e la pagina Facebook https://www.facebook.com/BullismoItalia.

Fabio Peterlongo

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