5 MARZO, SANITARI VACCINATI AL 70%, MA QUASI LA METÀ DI INFERMIERI E OSS DICE "NO"
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È arrivata al 70% la quota degli operatori sanitari vaccinati in Trentino, + 7% rispetto a due settimane fa. Se l'80% dei medici si è vaccinato, quasi un infermiere od operatore socio-sanitario su due non ha finora aderito alla vaccinazione (rispettivamente al 60% e al 55% di vaccinati). Alla luce dei nuovi dati forniti dall'Apss in anteprima a "Belenzani", abbiamo cercato di capire le ragioni di questo diffuso rifiuto con il sindacalista Uil Fpl Sanità Giuseppe Varagone.
Prosegue la vaccinazione per sanitari (foto Apss) |
È cresciuta del +7% in poco più di due settimane la quota dei vaccinati all’interno del personale sanitario in Trentino. Tra medici, infermieri e operatori socio-sanitari la copertura vaccinale complessiva è passata dal 63% comunicato in data 16 febbraio, alla quota del 70%, resa nota ieri a “Belenzani” dall’ufficio stampa dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari. L’accelerazione appare significativa, ma emergono alcuni elementi di preoccupazione se si vanno a scorporare i dati delle diverse professioni sanitarie.
Se l’80% dei medici risulta infatti vaccinato, il dato cala significativamente tra gli infermieri, al 60%, e tra gli operatori socio-sanitari, fermi al 55% di vaccinati. «Il dato fa riferimento, - ha precisato l’ufficio-stampa di Apss - ai 6286 componenti del personale sanitario “eleggibili” per il vaccino, che comprende quelli in servizio e non in congedo per lunghe assenze ed esclude chi ha avuto l’infezione da Sars-cov-2 negli ultimi tre mesi, che non viene al momento vaccinato». Un altro aspetto certamente interessante è quello che riguarda le “coorti” per età e per sesso maggiormente propense alla vaccinazione: «Si sono vaccinati di più le fasce di età dei più giovani e dei più vecchi (non dunque le fasce d’età “centrali”, ndr). E gli uomini più delle donne», si legge nella comunicazione di Apss.
Anche escludendo i già guariti, i medici hanno raggiunto una soglia paragonabile all'immunità di gregge, ma lo stesso non vale per infermieri e oss.
Fino a questo punto abbiamo elencato i dati resi noti a "Belenzani". Ora cerchiamo di interpretare i numeri per comprenderne il significato. Se infatti i medici con il loro 80% di vaccinati hanno ormai superato la soglia dell’immunità “di gregge” (che l’Oms ha ipotizzato essere al 70% della popolazione), i numeri rimangono ancora incerti per infermieri e oss, in quanto mostrano ancora una diffusa opposizione (per quanto minoritaria) alla vaccinazione.
Ci siamo domandati cosa può spingere questi operatori, altamente formati in materia di salute e testimoni quotidiani del dramma della pandemia che ha mietuto innumerevoli vittime anche tra i loro colleghi, a opporre questo rifiuto. Per comprendere quali possono essere i meccanismi psicologici dietro a questa “indisponibilità” ad essere vaccinati, abbiamo sentito il segretario di Uil Fpl Sanità Giuseppe Varagone, egli stesso infermiere presso il pronto soccorso dell'Ospedale di Arco.
Ci domandiamo: perché tutti questi no al vaccino tra infermieri e oss (e in misura minore anche tra i medici), nonostante la terribile esperienza vissuta.
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