Come il "Dream Team" ha rovinato il basket americano

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Foto Fox News Piccola riflessione sull'eliminazione degli Stati Uniti dai Mondiali di pallacanestro, ad opera della Germania e pochi giorni dopo la sconfitta con la Lituania. Molti dicono che se gli Stati Uniti avessero schierato Lebron James, Kevin Durant e gli altri «pezzi da novanta», avrebbero vinto e stravinto. Il che è probabile. Ma sfugge il punto. Questo approccio è fallace: presume che contino solo le attuali dinamiche NBA. È una specie di mentalità da «ragazzino fanatico», questi pensano che solo i loro «giocatori celebrità» sappiano giocare a pallacanestro e che siano quasi dei semidei. Non esiste alcuna cultura del gioco, ma solo figurine da mettere su un album. Poteva funzionare nel 1992, quando i giocatori NBA americani erano così al di sopra del resto del mondo da non avere un briciolo di competizione. Ma quella mentalità da «Dream Team» ha rovinato l’approccio allo sport, soprattutto ora che il basket non americano (in particolare, europeo) è cresciuto. Ora l'Am

DISEDUCATI ALLA SESSUALITÀ: IN TRENTINO MANCA L'INFORMAZIONE

A cinquant'anni dalla legalizzazione della pillola anticoncezionale, in Trentino viene usata meno della media nazionale. Quasi assente l'educazione sessuale nelle scuole, nonostante tra i giovani circolino informazioni poco accurate, prese spesso da Internet. E con la pandemia, calano le nascite, gli aborti e le vendite di contraccettivi: semplicemente, si fa meno sesso. Conversazione con il dottor Emilio Arisi, ginecologo.

Il 10 marzo 1971 veniva legalizzata in Italia la pillola anticoncezionale. A cinquant’anni da quella rivoluzione dei costumi sessuali, abbiamo chiesto al dottor Emilio Arisi, ginecologo, di spiegarci com’è cambiata la sessualità in Trentino nel corso dei decenni. Il dottor Arisi è stato il fondatore del primo consultorio pubblico in Italia. Nel 2017 gli è stato conferito il premio “Margherita Hack” come personaggio laico dell’anno dall’Associazione Laici trentini per i Diritti civili. 

Dalla nostra conversazione, emerge che il Trentino è ancora nel guado in termini di consapevolezza della salute sessuale. Mancano persino i dati sanitari ufficiali ed adeguatamente aggiornati sull'utilizzo dei contraccettivi e per farsi un'idea del fenomeno occorre ricorrere a quelli Istat del 2016. All'epoca il Trentino non risultava tra le aree d’Italia in cui l'utilizzo dei contraccettivi ormonali fosse particolarmente frequente. Circa il 14% delle donne trentine ne faceva uso, contro il 17% nazionale, e si pensa che il dato sia portato verso l'alto dall’Alto Adige, dove il ricorso a questi sistemi è più diffuso. 

Persiste ancora la profonda carenza di educazione sessuale e sentimentale nelle scuole, anche a causa dell’opposizione da parte di famiglie che non vogliono che i loro pargoli siano esposti a queste “cose sporche”. Inoltre, abbiamo riflettutto sugli effetti della pandemia sulle abitudini sessuali e relazionali. Risultato? Dati alla mano, si fa meno sesso. Ma almeno questo, ce l’aspettavamo.

La "pillola" compie cinquant'anni


Dottor Arisi, quanto è diffuso l’uso della pillola anticoncezionale in Trentino?

«Autentici dati epidemiologici non ve ne sono, non lo sappiamo con precisione. Le uniche informazioni vengono ricavate dai dati di vendita ed è una grossa differenza rispetto ad altri paesi d’Europa, dove il profilo sanitario della persona comprende anche queste informazioni. Ma basandoci sugli ultimi dati, del 2016, quindi nemmeno recentissimi, emerge che circa il 14% delle donne trentine faceva uso dei sistemi anticoncezionali ormonali che comprendono la pillola, l’anello vaginale e il cerotto. Il Trentino si posiziona da sempre a metà della classifica delle regioni in merito all'uso di questi contraccettivi. In cima c'è un po' sorpresa la Sardegna, oltre alle regioni del Nord-ovest, in coda Molise e Basilicata. Ma la percentuale di donne che utilizzano i sistemi contraccettivi ormonali in Trentino viene innalzata dal dato dell'Alto Adige, dove sembra esserci un utilizzo più diffuso, forse data la loro mentalità più teutonica. Ma ad essere cresciuto molto è il ricorso ai sistemi anticoncezionali intra-uterini, come la spirale, che risolve in maniera quasi totale le “falle” in termini d’efficacia della pillola.

Persino la pillola è in crisi di mezz’età, incalzata dalle concorrenti più giovani? 

La pillola sembra avere numeri decrescenti. Nel 2011 fa era utilizzata dal 18% della popolazione femminile, mentre oggi viene utilizzata dal 14%, che però non conta le utilizzatrici dei contraccettivi ormonali intra-uterini come la spirale. Sul piano teorico la pillola infatti è sicura al cento per cento, ma nella realtà, la pillola viene dimenticata, vomitata, rigettata. Inoltre la sua efficacia può essere compromessa dall’interazione con altri farmaci. Sul piano pratico la pillola ha l’8% di casi di mancata efficacia. Ciò non avviene con la spirale intra-uterina, che è sicura nel 99,8% dei casi. Per questo ormai viene raccomandata come sistema da privilegiare, soprattutto nelle adolescenti, che sono solitamente le più dimenticose. Non dimentichiamo che la spirale è anche meno costosa, visto che la procedura di inserimento costa circa 200 euro e dura per cinque anni, contro i 10-15 euro mensili della pillola.

Nell’attesa ormai decennale che l’educazione sessuale entri nei curricula delle scuole, i ragazzi si informano su internet. Con quali risultati? 

In Internet si trovano molte informazioni non validate, spesso superficiali. In termini di educazione sessuale e sentimentale, le scuole non fanno la loro parte, a differenza di quanto avviene in Olanda, Danimarca, ma anche della vicina Austria. Da noi l'educazione sentimentale e sessuale è dimenticata, se non grazie all’impegno di singoli insegnanti e presidi. Ma serve il consenso dei genitori, c'è ancora chi tra loro si oppone e minaccia querele per non esporre i loro figli a questa “roba sporca”.

Ci sono ancora questi genitori?

Eh sì, ci sono ancora questi genitori. È un vero peccato perché girando da decenni nelle scuole del Trentino scopro che i giovani sono interessatissimi a questi temi, ne parlano volentieri e fanno tante domande che meritano risposte. Vogliono conoscere la verità delle cose.

Dottor Emilio Arisi, ginecologo

Come sono cambiate le domande dei giovani nel tempo?

Ho l’impressione che i giovani pongano domande sempre più precise. Una decina di anni fa le domande più frequenti erano le classiche “come si fa ad evitare una gravidanza”, “cosa fare se si rompe il preservativo”. Erano anche interessati al tema delle malattie sessualmente trasmissibili, con un autentico terrore dell’Aids. Oggi invece si sottovaluta il rischio rappresentato dall’Aids, si crede erroneamente che si guarisca, e non è così. Da un altro lato noto però anche una maggiore consapevolezza complessiva in merito alle malattie sessualmente trasmissibili, gli studenti pongono domande piuttosto raffinate. Sicuramente il loro interesse va verso la contraccezione d'emergenza, come la pillola del giorno dopo. È l'oggetto delle domande più frequenti tra gli adolescenti, che d'altronde ne sono i maggiori utilizzatori. Ma anche qui, mancano i dati.

Siamo nel mezzo di una pandemia. Che risvolti sta avendo sul versante della salute sessuale?

Durante i mesi della pandemia si sono registrate meno nascite, meno vendite di contraccettivi, meno interruzioni di gravidanza. Questo può voler dire una cosa sola: a causa della pandemia si fa meno sesso. D'altronde la possibilità di fare nuovi incontri si è ridotta e anche per le coppie stabili è difficile trovare un momento di intimità quando la vita familiare è completamente chiusa dentro quattro mura, spesso con i figli che chiedono attenzioni.

Fabio Peterlongo

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